COMUNE DI POLISTENA
Città Metropolitana di Reggio Calabria



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La Biblioteca e il Museo

La Biblioteca

La Biblioteca Comunale di Polistena venne istituita con delibera di C.C. n. 32/A del 6.07.1955, riconfermata e modificata con delibera di C.C. n.15 del 26.06.1957.biblioteca
Fu aperta al pubblico solo a partire dal giugno 1969, sull'area del demolito Teatro Comunale i cui locali furono ricostruiti ad uso della Biblioteca.
Resosi insufficiente tale spazio, nel 1986, la Biblioteca fu trasferita al primo piano del nuovo Palazzo Municipale ove, tuttora, è ubicata.
Non appena ultimati i lavori di consolidamento e restauro, sarà allocata, unitamente al Museo Civico, nel Palazzo Sigillò che è stato acquistato dall'Amministrazione Comunale con destinazione specifica di "Palazzo della Cultura".
La Biblioteca possiede oggi circa 70.000 volumi ed opuscoli, tre fondi archivistici ed un'emeroteca il cui numero orientativo dei fascicoli è di oltre 150.000.
Oltre alle opere di carattere enciclopedico e generale che coprono, in maniera razionale, le varie discipline, la Biblioteca si fregia di un discreto settore meridionalistico e di un pregevolissimo settore CALABRIA. Tale settore viene aggiornato, quotidianamente ed in maniera esauriente, sia con le pubblicazioni più recenti che di antiquariato.
Il settore Calabria è un vero fiore all'occhiello della Biblioteca e viene fruito da studiosi, ricercatori e studenti in occasione di ricerche, tesi di laurea, di pubblicazioni ed altro.
Una particolare attenzione la Biblioteca ha rivolto ai problemi di attualità relativi ai fenomeni cruciali della storia calabrese come: il brigantaggio, l'emigrazione, la mafia, la ndrangheta, la camorra, la droga.
Su questi problemi il materiale bibliografico posseduto si presenta con particolare vastità e ricchezza (il solo settore "mafia" vanta un numero di circa 1000 titoli che sono stati oggetto di più mostre bibliografiche). Si ricorda, a tal proposito che, quella di Polistena, è l'unica, in Calabria, a possedere un così alto e qualificato settore, richiestissimo da ogni parte d'Italia, mediante il prestito interbibliotecario. Altri ricchissimi settori sono quelli relativi alla letteratura ed al folklore calabresi.
Significativi i settori "Narrativa" e "Poesia" (italiana e straniera).
La Biblioteca conserva, oltre quelle della Regione Calabria - Assessorato Beni Culturali, del Consiglio Regionale della Calabria e dell'ex Centro di Lettura di Polistena, consistenti donazioni librarie delle Famiglie polistenesi: Sac. Vincenzo Rovere, dello scultore Michelangelo Parlato, del notaio Giulio Verrini, del prof. Giovanni Merlino, del prof. Franco Commis, , del prof. Domenico De Maio, dei cugini Sigillò, del Sen. Girolamo Tripodi, dei poeti Francesco Laruffa e Mimmo Fusco, di Italia Valensise, della Famiglia Jemma, nonché quelle del Sac. Vincenzo Francesco Luzzi di Acquaro (VV), del Dr. Rocco Chirico di Scilla, della Signora Concetta Basile (Libreria Arlacchi) di Palmi, del Dr. Giancarlo Mura di Roma, della libreria Carmen Rosetta Gullà di Roma, ecc.
Della donazione del Sen. Girolamo Tripodi va segnalata, particolarmente, la raccolta degli Atti Parlamentari di 4 legislature.
La Biblioteca possiede, per donazione del compianto Duca, Avv. Nicola Riario Sforza, un prezioso fondo archivistico già appartenuto alla famiglia MILANO, feudatari di Polistena.
Questo fondo, che si compone di 50 pergamene (le più antiche sono del 1430 e 1440) e di oltre 1800 unità cartacee, nel 1984, è stato dichiarato di notevole interesse storico e vincolato dalla Sovrintendenza archivistica per la Calabria. Il fondo, che, con contributi regionali, è stato parzialmente restaurato, consiste in documenti relativi alla storia economica e feudale (attraverso numerosi registri di contabilità ed altro) dei Comuni appartenuti allo stato governato dai Milano: Polistena, San Giorgio, Melicucco, Galatro, Plaesano, Ardore, Bombile, San Nicola, Siderno, Scudieri, ecc.).
L'istituzione bibliotecaria cittadina, inoltre, conserva altri due fondi archivistici delle famiglie private: Rodinò di Miglione e Avati.
La Biblioteca, nel corso degli anni, oltre ad essere divenuta il punto di riferimento, si è dimostrata non solo un centro di conservazione, di fruizione o di prestito di libri, ma anche un centro propulsore di numerose e qualificate iniziative culturali che hanno visto protagonisti studiosi di primo piano della cultura nazionale ed internazionale.
La Biblioteca, inoltre, ha avviato e curato il recupero e la sistemazione di materiale archeologico del territorio, di documenti storici (lapidi, iscrizioni, reperti in genere) della Polistena distrutta dal terremoto del 1783, di dipinti, gessi, bronzi, marmi ed opere varie di pittori e scultori polistenesi, oltre una raccolta (di circa 2000 pezzi) di oggetti ed attrezzi di lavoro relativi alla cultura contadina ed artigiana del luogo, creando un vero e proprio Museo Civico aggregato.
La Biblioteca, che sta quasi ultimando l'informatizzazione del patrimonio librario con il programma OPAC-SEBINA, ha una presenza media annua di oltre 4000 persone.
A fruire dei servizi della Biblioteca non sono solo i cittadini di Polistena, bensì del circondario e dell'intera Calabria, con richieste provenienti da altre regioni ed anche dall'estero.
Effettua il prestito librario locale ed interbibliotecario, il servizio di posta elettronica e di collegamento ad Internet, e la consultazione in sala.
La Biblioteca è aperta al pubblico dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8,00 alle 14,00, oltre che nelle ore 15,00 – 18,00 di Lunedì e Mercoledì.
La Biblioteca ha aderito al S.B.R. (Servizio Bibliotecario Regionale, associato ad SBN) promosso dalla Regione Calabria, Assessorato P.I. e Beni Culturali, per valorizzare i servizi ed il patrimonio delle più importanti biblioteche calabresi, mediante la gestione bibliografica in rete delle biblioteche del territorio, il che consente l'accesso al patrimonio documentario sia della Biblioteca di Polistena che di tutte le altre biblioteche in rete della Calabria, tramite il sito http://88.59.97.74/SebinaOpac/Opac.Numerosissime sono le richieste di prestito interbibliotecario provenienti da ogni parte d'Italia ed anche dall'estero.
Dispone, inoltre, di un'emeroteca digitale, inaugurata il 26 giugno 2018, che comprende testate a partire dagli anni '50 dei periodici d'interesse come Il Quotidiano, La Gazzetta del Sud, Il Sole 24 Ore e La Repubblica.
E' una biblioteca, insomma, che, grazie alle scelte delle varie Amministrazioni Comunali di Polistena succedutesi nel corso degli anni, è ormai divenuta un vero e proprio punto di riferimento per tutti.
biblioteche calabria





 



Il Museo

Istituzione collegata alla Biblioteca, conserva al suo interno: reperti fossili e archeologici; documenti d'arte; antichità locali; una sezione etnografica.

In esso si possono ammirare:il museo

  • diverse vetrine con esposizione di materiale archeologico di Polistena e del territorio limitrofo (Cinquefrondi, Melicucco, S.Giorgio Morgeto, Taurianova ecc.);
  • materiale fossile di Polistena ma anche di Varapodio, Seminara, S. Martino, S. Giorgio, Tritanti, Maropati, Rosarno, Mammola, Laureana di Borrello, Lubrichi ecc.;
  • reperti storici della vecchia Polistena (stampe antiche, reperti storici e lapicidi tra cui la lapide cinquecentesca della Peschiera, dedicata da Giovanni Ramirez Salazar a Consalvo Ferdinando Ludovico di Cordova, nipote del Gran Capitano, in occasione di una delle sue venute a Polistena di cui era feudatario);
  • Bozzetti e statue prodotti da artisti polistenesi (F. Jerace, V. Jerace, G. Renda , A. Cannata, G. Jerace, Morani, M. Parlato, R. Scerbo, M. Tigani , A. Tigani) e non (F. Longo, V. Parlà ecc.);
  • Il pianoforte di Riolo. Singolare pezzo di indiscusso valore è il pianoforte a coda (esemplare n. 10), costruito, nel 1867, da Angelo Riolo, ebanista polistenese, unico costruttore di pianoforti che la Calabria può vantare. Altro esemplare (il n. 5 del 1862) è di proprietà della Banca Popolare di Polistena;
  • Migliaia di oggetti relativi alla cultura materiale: attrezzi di lavoro dei contadini e degli artigiani ed oggetti di uso domestico appartenuti ad una civiltà ormai soppiantata dall'industria. E' una raccolta di elevato valore etnoantropologico che dà il senso del recupero della cultura del passato

 

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